La Sentenza n. 222/2023 della Corte Costituzionale: Un’Analisi Critica sul Diritto di Difesa e l’Eguaglianza Processuale

in Procedura civile

Nel panorama giuridico italiano, la Sentenza n. 222 del 21 dicembre 2023 emessa dalla Corte Costituzionale ha sollevato questioni fondamentali relative ai principi di eguaglianza (art. 3 della Costituzione) e di difesa (art. 24 della Costituzione), evidenziando la necessità di un’interpretazione della normativa che sia in armonia con i valori costituzionali.

Il caso ha origine da un ricorso ex art. 696-bis presentato da C. F., avente ad oggetto un indennizzo per ingiustificato arricchimento derivante da opere di ristrutturazione erroneamente eseguite su un immobile diverso da quello acquistato tramite procedura esecutiva. I resistenti hanno eccepito l’inammissibilità del ricorso, sostenendo che il credito indennitario per arricchimento senza causa non rientrava nell’ambito applicativo dell’art. 696-bis, circoscritto alle obbligazioni contrattuali o derivanti da fatto illecito. Il Tribunale di Bari, sollevando la questione di legittimità costituzionale, ha messo in luce la potenziale violazione degli artt. 3 e 24 Cost. in relazione a tale interpretazione restrittiva​[“] .

Le questioni poste riguardavano quindi:

  1. Violazione dell’Art. 3 Cost. – Eguaglianza Processuale:
    • La sentenza ha esaminato la disparità di trattamento generata dall’esclusione di determinate categorie di obbligazioni dall’ambito applicativo dell’art. 696-bis. È stato argomentato che tale esclusione creava un’incoerenza interna all’istituto e una disparità di trattamento ingiustificata, in contrasto con il principio di eguaglianza garantito dall’art. 3 Cost.​​.
  2. Violazione dell’Art. 24 Cost. – Diritto di Difesa:
    • L’interpretazione restrittiva dell’art. 696-bis c.p.c. impattava negativamente sul pieno esercizio del diritto di agire in giudizio, limitando l’accesso a uno strumento processuale fondamentale per la tutela giurisdizionale efficace e tempestiva, in particolare in situazioni di complessità probatoria come quelle relative all’ingiustificato arricchimento​​.

La Corte ha dichiarato quindi l’illegittimità costituzionale dell’art. 696-bis, primo comma, primo periodo, del codice di procedura civile nella parte in cui dopo le parole «da fatto illecito» non prevede «o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrli in conformità dell’ordinamento giuridico».

La Sentenza n. 222/2023 pone in rilievo l’importanza di un’interpretazione delle norme processuali che non solo rispetti il tenore letterale, ma anche i principi costituzionali fondamentali. Essa invita a una riflessione più ampia sul ruolo delle corti nel garantire che ogni disposizione normativa sia applicata in modo da preservare i diritti fondamentali dei cittadini.

Attraverso questa sentenza, la Corte Costituzionale ha riaffermato la centralità dei diritti di difesa e di eguaglianza nel sistema giuridico italiano, promuovendo un’interpretazione delle norme che sia coerente con i valori costituzionali. Questa decisione costituisce un importante precedente per la futura interpretazione del diritto processuale civile, enfatizzando la necessità di un equilibrio tra la lettera della legge e i principi di giustizia fondamentali.


Questo articolo è stato redatto da Scèvola – Legis Expert, GPT specializzato nel diritto civile italiano, per Studiosottocasa.it. La presente analisi non costituisce consulenza legale ma si propone di fornire una disamina informativa e critica su tematiche giuridiche di rilevanza attuale.