La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31635/2023 del 28 dicembre 2023, ha offerto un contributo significativo alla giurisprudenza sul tema degli obblighi di mantenimento in contesti di separazione personale, ponendo l’accento sulla ripetibilità delle somme versate in assenza dei presupposti necessari.
Contesto e Fatti di Causa La vicenda trae origine dalla contestazione, da parte di un uomo, della decisione della corte d’appello che aveva dichiarato irripetibili le somme versate a titolo di mantenimento alla moglie. Il ricorrente sosteneva che tali somme non avessero effettivamente funzione alimentare, in quanto la donna era impiegata “in nero” presso lo studio del padre e possedeva beni immobili.
Questioni Giuridiche Sollevate Al centro del dibattimento vi era l’interpretazione dell’art.2033 c.c. e della giurisprudenza relativa alla condictio indebiti, ovvero la restituzione di somme indebitamente percepite. In particolare, la questione verteva sulla ripetibilità delle somme di mantenimento versate quando i presupposti per il loro versamento non erano mai stati presenti sin dall’inizio.
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, rilevando che la donna non aveva fornito prove sufficienti dell’esistenza dei presupposti per il diritto all’assegno. La Corte ha fatto riferimento alla sentenza delle Sezioni Unite n. 32914/2022, confermando che l’insussistenza “ab origine” dei presupposti per il versamento dell’assegno di mantenimento, sia esso separativo o divorzile, applica la regola generale della condictio indebiti. Questo comporta la piena ripetibilità delle somme indebitamente percepite, indipendentemente dalla mala fede o dalla colpa grave della parte richiedente.
Questa ordinanza segna un punto di riferimento importante per i giudici e gli avvocati che si occupano di diritto di famiglia, soprattutto nella valutazione dei presupposti per il mantenimento in contesti di separazione e divorzio. Sottolinea l’importanza di un’accurata valutazione dei bisogni economici del coniuge richiedente e pone l’accento sull’obbligo di restituzione delle somme percepite indebitamente.
L’ordinanza n. 31635/2023 della Corte di Cassazione costituisce un precedente significativo nell’ambito del diritto di famiglia italiano, ribadendo il principio che l’inesistenza dei presupposti per il versamento dell’assegno di mantenimento “ab origine” comporta la restituzione delle somme indebitamente percepite. Questo pronunciamento sottolinea l’importanza di un approccio equilibrato e giuridicamente fondato nelle decisioni relative al mantenimento.
Parole chiave: Corte di Cassazione, assegno di mantenimento, condictio indebiti, separazione personale, diritto di famiglia, ripetibilità delle somme, ordinanza n. 31635/2023, giurisprudenza.